Pubblicità in cambio di equity, può funzionare?
In un momento di crisi economica diffusa, in cui per le startup è molto difficile recuperare finanziamenti, ogni alternativa al venture capital tradizionale diventa meritevole di essere presa in considerazione.
In Europa, dove per le giovani imprese la situazione è ancora più difficile rispetto a quella dei competitor d’oltreoceano, alcuni media group si sono inventati un nuovo modo per aiutarle: concedere loro spazi commerciali in cambio di quote azionarie. L’idea è di quelle che fa esclamare “come abbiamo fatto a non pensarci prima?”
Per esempio, Aggregate Media Funds, un media group svedese fondato nel 2002, fornisce a diverse startup spazi pubblicitari presso 15 diverse imprese del settore, tutte azioniste del gruppo, in cambio di quote societarie di queste startup e del controllo delle strategie di marketing; questa forma di “baratto” può risultare molto utile per le piccole società bisognose di promuovere i propri prodotti.
Quello della visibilità, infatti, è uno dei problemi maggiori che incontrano le nuove imprese: pur presentandosi con un buon prodotto e fondi sufficienti per svilupparlo, spesso chiudono poco tempo dopo perché non sono in grado di farsi conoscere dai potenziali clienti.
In Germania il gruppo televisivo ProSiebenSat 1 ha concesso spazi commerciali a molte start-up in cambio di equity o “revenue shares”, pratica che gli ha permesso di guadagnare oltre 40 milioni di euro negli ultimi dodici mesi: è già stato imitato da almeno altri due fondi.
Tuttavia, nonostante queste performance, il modello non è ancora molto diffuso e lascia perplessi molti esperti; in particolare si fa notare che potrebbe venirsi a creare un conflitto di interessi all’interno dei gruppi editoriali tra le decisioni di investimento nelle piccole imprese e la qualità dell’informazione prodotta. L’idea è che se un gruppo editoriale decidesse di investire in una startup e il prodotto non si rivelasse all’altezza, di certo questo non verrebbe scritto nei quotidiani che appartengono a quello stesso gruppo.
Un caso simile pare si sia verificato in India, dove Bennett, Coleman & Co, la più grande media firm del paese, editore peraltro del Times of India, è stata accusata di pubblicare nei propri giornali articoli compiacenti su imprese nelle quali aveva investito.
Il sistema ha il potenziale di diventare un canale alternativo ai mezzi tradizionali per far crescere nuove imprese e diffondere idee e prodotti di alto valore, ma è necessario prendere delle precauzioni per evitare gravi situazioni di conflitto di interesse. In questo senso sarebbe opportuno far sì che il portafoglio di investimenti di questi media fund sia reso noto all’opinione pubblica, in modo da informarla sul potenziale conflitto d’interessi ed incentivare i giornali a fare informazione di qualità per mantenere intatta la propria reputazioneFONTE:http://www.workingcapital.telecomitalia.it/2012/05/pubblicita-in-cambio-di-equity-puo-funzionare/
- Creato il: 11/06/2012
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