Elena Lavezzi / Uber

Elena Lavezzi / Uber
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Taxi o Uber? Abbiamo intervistato Elena Lavezzi, community manager italiana della multinazionale che vuole cambiare il modo di spostarsi in città

[Intervista di Elisabetta Barreca]

Parole: 513 | Tempo di lettura: 2minuti

Ciao Elena, che lavoro fai?
Ciao, sono community manger di Uber Milano. Mi occupo di tutto il marketing, la comunicazione, i social media e il customer service per l’azienda. Non sono dunque la founder, ma io e il mio team di Milano abbiamo a tutti gli effetti lanciato il servizio in Italia.

Come è iniziata questa tua carriera?
Prima di lavorare in Uber facevo la community manager per un’altra start up, precedentemente avevo solo lavorato con contratto a stage. Quando ho saputo che Uber stava arrivando in Italia ho mandato la mia candidatura sul sito, perchè mi interessava poter far parte di una realtà imprenditoriale così importante e presente a livello internazionale. Dunque ho iniziato da qua la mia esperienza; questo è infatti il mio primo lavoro serio e importante.

Cos’è Uber e perchè questo nome?
In realtà Uber non ha una storia molto affascinante dietro. Esistono dei programmi nei quali inserisci delle parole chiave, che vuoi che rientrino nel nome e nel significato poi della parola che ti viene restituita da questi programmi. Il nome gli è stato attribuito inserendo una serie di queste parole chiave. Funziona attraverso un’applicazione o un sito web mobile. Ci si deve iscrivere, dando i propri dati e quelli della propria carta di credito. Quando serve un’auto, puoi contattare una macchina dall’applicazione, immettendo l’indirizzo nel quale vuoi che la macchina arrivi. Il sistema riceve la chiamata e la invia all’autista libero più vicino alla tua posizione. Trovato l’autista e l’auto, sull’applicazione appare il suo numero di telefono. A quel punto devi solo confermare la macchina, dopo che ti avranno fatto un preventivo di ciò che più o meno spenderai. Il costo della corsa viene poi direttamente addebitato su carta di credito.

Come è nata l’azienda?
L’azienda nasce circa tre anni fa grazie a Garrett Camp e Travis Kalanick, i quali hanno riscontrato che in alcune zone di San Francisco non ci sono taxi, neanche su prenotazione. Avendo notato, in seguito a un viaggio, che a Parigi avevano lo stesso problema, i due hanno pensato di fondare un’app che consentisse di trovare e prenotare delle macchine con autisti, ad un costo accessibile.

E l’idea di portare il servizio a Milano?
L’azienda utilizza un programma che gli permette di visualizzare gli utenti che cercano su internet il servizio di Uber nella loro città. Così ha notato che molte persone a Milano cercavano Uber in Milano. Uber Milano nasce così dalle esigenze dei Milanesi, soprattutto dei lavoratori del mondo della moda, che spesso cercano macchine con autisti per spostarsi o per andare a cene eleganti.

Sta avendo successo?
Sì. Il servizio sta avendo molto successo sia nella città di Milano che a Roma, ma c’è sempre un continuo processo di miglioramento e evoluzione. Tramite l’applicazione di Uber sul telefono è molto facile prenotare una macchina, adesso questa generazione risolve tutti i problemi con il telefono, e qualche volta è un bene.

Progetti per il fututo, in Italia?
Sicuramente vogliamo espanderci in altre città italiane, ma per adesso cerchiamo di perfezionarci nelle città in cui il servizio è già in atto.

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