Il BREAK EVEN POINT

Il BREAK EVEN POINT
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Che cos’è il Break Even Point? Questa è una delle tante domande che ci avete posto nel sondaggio on line e alla quale oggi rispondiamo.

Il Break Even Point è un’analisi che studia la relazione che c’è  tra i costi di struttura, i costi variabili e i volumi di produzione; e ha un  ruolo molto importante nell’ambito dell’analisi aziendale, poichè serve per identificare il cosiddetto punto di equilibrio, cioè il punto in cui i ricavi totali sono uguali ai costi totali.

Vediamo di cosa si tratta: per l’analisi del Break Even Point bisogna partire dalla definizione, anche grafica, dei costi fissi e dei costi variabili. I costi fissi sono quei costi aziendali che non variano al variare delle quantità prodotte. Che cosa significa? Significa che, se io produco zero unità del mio prodotto o se ne produco centomila, i costi fissi  tali sono  e tali restano. Un caso tipico di costi fissi è l’ammortamento dei beni pluriennali.

Se ipotizziamo delle quantità sull’asse delle ascisse, c’è una costanza dei costi fissi pari a 130.000 euro. Che cosa significa? Significa che, sia che io produca zero quantità del prodotto o che produca 500 unità del prodotto, i costi fissi sono sempre pari a 130.000 euro.

Adesso vediamo i costi variabili.

Break Even Point: costi variabili, fissi e totali

costi variabili sono, per definizione,  quei costi aziendali che variano al variare delle quantità prodotte. Questo significa che, a seconda delle quantità che io produco, ad esempio, 100, 200 e 300, ho dei costi che variano al variare delle quantità prodotte. Un tipico esempio di costo variabile è rappresentato dalle materie prime che vengono utilizzate per la produzione del prodotto. Se produco zero unità del prodotto, il costo variabile è uguale a zero; se produco 500 unità del prodotto, ho 39.000 euro di costo variabile.

L’economia aziendale, arrivati a questo punto, ci dice che ci sono i costi totali, che sono sono tutti i costi che l’azienda sostiene per mantenere in vita  l’attività. I costi fissi ed i costi variabili danno i cosiddetti costi totali. Il costo totale, graficamente, parte sull’asse delle ordinate dal valore di 130.000 euro, perchè  la curva del costo totale è una traslazione verso l’alto della curva dei costi fissi e dei costi variabili.

Cosa significa questo? Significa  che,  se produco zero unità del prodotto, ma ho allestito una struttura, ho ovviamente, un ammontare dei costi fissi pari a 130.000 euro. Quindi  i costi totali sono dati dalla somma dei costi fissi  e dei costi variabili. Mano a mano che aumento la quantità dei prodotti, ho la costanza dei costi fissi (cioè 130.000 euro) ma l’aumento dei costi variabili.

 

I ricavi totali e l’idenditificazione del Break Even Point

Vediamo la curva del ricavo totale. Se vendo zero unità del prodotto, il ricavo è pari a zero euro. Mano a mano che crescono le unità del prodotto che vendo, la curva del ricavo totale cresce. Se  si sovrappongono, all’interno dello stesso grafico, la curva del costo totale e la curva del ricavo totale, otteniano nel punto in cui le due curve si incontrano, il punto di Break Even Point.

Il Break Even Point è il punto in cui i ricavi totali ed i costi totali sono uguali tra loro. Se i ricavi totali sono uguali ai costi totali, significa che l’azienda ha un profitto pari a zero.

Quindi il Break Even point, identifica quella quantità  di prodotti che bisogna produrre e vendere per pareggiare i costi dato un certo prezzo di vendita.

 

Come usare il grafico del Break Even Point

Se nel punto di equilibrio, ipotizziamo di avere dei costi totali pari a 150.000 euro che sosteniamo per produrre e vendere 277 unità, ciò significa  se applichiamo un prezzo di vendita a queste 277  unità  che vendiamo, quel prezzo di vendita moltiplicato le 277 unità di prodotto che vendiamo, sarà sufficiente per coprire tutti i costi fissi cioè i costi di struttura e tutti i costi variabili di prodotto.

Quindi nel punto di equilibrio, a 277 unità  con un totale dei costi pari a 150.000 euro, si ha un profitto pari a zero perchè i costi totali (costi fissi + costi variabili) sono uguali ai ricavi totali.

Ciò significa che 277 unità sono le unità da produrre e vendere ad un dato prezzo di vendita per pareggiare tutti i costi. Se si producono  e vendono più di 277 unità di prodotto, si entra nell’area di profitto per l’azienda. Se invece si producono e vendono meno di 277 unità di prodotto, l’azienda è in un’area di perdita perchè i prezzi di vendita applicati per le unità prodotte e vendute non sono sufficienti a coprire l’intero ammontare dei costi totali.

 

Break Even Point: un esempio

Ora facciamo un esempio di calcolo del Break Even Point.

La formula per calcolare il Break Even Point è Q*= Costi Fissi/ (Prezzo di vendita – Costo Variabile Unitario). Q* è la quantità di equilibrio cioè la  quantità di prodotto da produrre e vendere per pareggiare la struttura dei costi. Mentre la differenza tra il prezzo di vendita e il costo variabile unitario è ciò che viene tolto dal prezzo di vendita per coprire i costi fissi. Se dal prezzo di vendita di  un prodotto  togliamo il costo variabile unitario, ciò che rimane è un “margine” che serve per coprire i costi fissi.

Ecco l’esempio: i costi fissi dell’azienda sono pari a 150.000 euro; il prezzo di vendita del prodotto è pari a 970 euro;  il costo variabile unitario per produrre un’unità del prodotto è pari a 430 euro.

 

Un altro esempio per l’utilizzo del Break Even Point

Applicando la formula, si ha:

Q*= 150.000/ (970-430)

e quindi

Q*= 277

Questo significa che la quantità di equilibrio (Q*)  da produrre e vendere per pareggiare i costi totali e ricavi totali è rappresentata da 277 unità. Queste 277 unità rappresentano la quantità di prodotto da  produrre e da vendere ad un prezzo di 970 euro per pareggiare i costi totali della struttura aziendale.

Occorre ricordare che i costi totali sono dati dalla somma del costo fisso, che l’azienda sostiene anche se non produce nulla,  e del costo variabile che si sostiene in relazione  alle quantità che si producono. Quindi se voglio pareggiare i costi totali devo produrre 277 unità e venderle a 970 euro.

 

Alcuni limiti dell’analisi del Break Even Point

 

 

Concludendo dobbiamo però dire che l’analisi del Break Even Point, presenta però dei limiti che ne diminuiscono l’efficacia analitica.

Infatti il Break Even Point:

  • è un’analisi statica e non dinamica, perchè non prende in considerazione, ad esempio, i flussi di cassa;
  • i costi ed i ricavi non variano in modo lineare; infatti,come abbiamo detto, i costi variabili variano al variare delle quantità prodotte. Ma il costo variabile non è una curva lineare, perchè se andiamo da un fornitore e gli chiediamo di acquistare 10 unità di un determinato prodotto, ci applica un certo prezzo di vendita; se invece chiediamo al fornitore di acquistare 100 unità del prodotto, il prezzo di vendita è  oggetto di sconto;
  • non tiene conto del”gioco” delle rimanenze, perchè questa analisi da un  indentico valore sia a quello che produciamo sia a quello che vendiamo; presuppone che ciò che si produce è anche ciò che si vende e quindi non tiene presente ciò che regolarmente accade in tutte le aziende di produzione, ossia le rimanenze;
  • non sempre la distinzione tra costi fissi e costi variabili è agevole da fare, perchè molto spesso ci sono alcuni tipi di costi, come il costo del lavoro, che talvolta viene considerato costo fisso ma che nel lungo termine è un costo variabile poichè è soggetto alle contrattazioni sindacali

Sebbene questi aspetti limitano un pò il Break Even Point, ciò non toglie che comunque l’analisi  ha un’efficacia ai fini previsionali e può essere validamente utilizzata nella redazione di un business plan.

FONTE:http://www.businessplanvincente.com/2010/03/il-break-even-point.html

 

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