Cristina Tabacchi

Cristina Tabacchi
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Vuole condividere col mondo la sua passione, ma perché non aprire un ristorante? Intervista a Cristina Tabacchi

Intervista di Elisabetta Barreca. 

Parole: 474 | Tempo di lettura: 2 minuti

Ciao Cristina, di cosa ti occupi?

La cucina, nei suoi molteplici aspetti, è diventata il mio lavoro. Sono una “personal chef” e svolgo la mia attività di chef a domicilio per aziende e privati: organizzo corsi di cucina, sia italiana che etnica, e corsi di cucina italiana in lingua inglese per i turisti. Nella mia attività pongo grande attenzione alla ricerca e all’utilizzo di materie prime, che siano espressione del patrimonio enogastronomico locale.

Cosa è "il sogno nel piatto"?

Penso che preparare un piatto non sia solo un gesto delle nostre mani. Un piatto racconta la storia, la fatica, la passione di uomini e donne che coltivano la terra, allevano il bestiame, vanno per mare. Racconta l’atmosfera che abbiamo respirato da bambini nella cucina della mamma e della nonna.
Parla di ricerca e innovazione. 
Un piatto ci regala un’emozione, che è la vita. “Il sogno nel piatto” è la mia filosofia. È il mio “sogno”, che declino per rispondere alle diverse esigenze delle persone che mi contattano per preparare un evento o organizzare una lezione di cucina.

Qual è la tua storia?

Dopo anni di lavoro appagante in un’azienda commerciale di famiglia, era arrivato per me il momento di dedicarmi a quella che era la mia passione di sempre: la cucina. Avevo già frequentato vari corsi, ma, per dare un carattere più professionale, mi sono iscritta alla scuola alberghiera di Verona. Dopo il diploma ho fatto un periodo di formazione in alcuni ristoranti; sono stati mesi molto intensi in termini di fatica, ma che mi hanno confermato che il lavoro di chef è stupendo: ed è diventato il mio. Per offrire una proposta più completa, ho approfondito anche la mia conoscenza sul mondo del vino diventando sommelier Fisar.

Perché chef a domicilio e non ristorante?

Quando ho intrapreso la mia attività sentivo molto forte il desiderio di poter esprimere la mia idea di cucina e il mio modo di approcciarmi ad essa, in poche parole il mio “stile”.
 Il lavoro di chef a domicilio si svolge a contatto diretto con il cliente, questo mi permette di spaziare nella creazione dei menù personalizzati. Quando cucino è come se esprimessi un fuoco che sento dentro di me, è un'emozione indescrivibile.

Cosa rende questa attività diversa da chi fa lo chef in un ristorante?

È un’attività che si svolge in realtà sempre diverse, diventando uno stimolo costante per offrire il servizio migliore e più adatto. Permette inoltre una maggiore libertà nell’organizzazione del lavoro e del tempo.

Tre aggettivi che ti caratterizzano.

Curiosa, golosa e appassionata

Progetti per il futuro?

In autunno, in collaborazione con una associazione interculturale di Colorado Springs, terrò un ciclo di lezioni di cucina italiana negli USA. Sto anche lavorando alla realizzazione di un libro di ricette della tradizione veronese, arricchito dalle testimonianze delle persone che mi hanno permesso di rivivere l’atmosfera e l’emozione delle loro cucine.

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