Daniele Lombardo / TREAT
Daniele ci racconta la sua avventura imprenditoriale. Come un robot può aiutare nella terapia all'autismo
[Intervista di Valentina Canzi]
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Daniele, raccontami la tua storia: formazione, interessi, carriera..
La mia formazione è in ambito tecnico e biologico, sono un perito informatico. Fin da piccolo ho avuto una passione per la robotica, l'informatica, la fantascienza, la psicologia e lo studio del canto lirico. Ho maturato le mie esperienze lavorative nell'ambito dell' ICT, per diversi anni sono stato un consulente informatico. Sono amministratore e cofondatore della startup innovativa "Behaviour Labs s.r.l.c.r", specializzata in Personal and Social robotics, insieme ad altri tre soci.
Qual è il vostro ultimo progetto?
Il progetto TREAT, "Therapeutic Robot for a New Autism Therapy” è un progetto della nostra startup "Behaviour Labs”. La nostra mission è quella di creare soluzioni e programmare robot umanoidi per applicazioni sociali, sanitarie, di intrattenimento e formazione. In particolare, all'interno del progetto "TREAT", che prevede l'utilizzo di robot umanoidi e tablet, abbiamo sviluppato una soluzione denominata "roboMate". Questa verrà a breve utilizzata da medici, terapisti e genitori per il trattamento, anche a domicilio, dell'autismo.
Da che idea siete partiti?
L'idea della nostra startup nasce un paio di anni fa dall'incontro con gli attuali soci: questi sono esperti professionisti nell'ambito dello sviluppo software, dell'ingegneria e delle neuroscienze, nutrono inoltre una passione per la robotica e la fantascienza. Abbiamo deciso così di sviluppare soluzioni di robotica applicata. Il fine ultimo è quello di migliorare le interazioni sociali e cognitive dei bambini che presentano limitate capacità verbali e difficoltà nell’approccio interattivo e sociale. I disturbi dello spettro autistico rappresentano un insieme di condizioni, anche molto diverse fra loro, che rendono difficoltoso o addirittura impediscono nel bambino lo sviluppo delle interazioni sociali e della comunicazione, sia gestuale che verbale. Questo disturbo causa condizioni di vita estremamente problematiche sia per il paziente, sia per la sua famiglia. Diversi studi hanno messo in luce l’importanza di effettuare una diagnosi precoce al fine di limitare l’effetto dei deficit sociali, comunicativi e cognitivi attraverso un intervento specifico che può ridurre in modo significativo l’impatto di questo disturbo sullo sviluppo del bambino. Nel mondo sono presenti circa 100.000.000 di persone affette da autismo, in Italia il numero è di 1.000.000, con una incidenza di un bambino ogni 150.
In che modo i robot possono essere d'aiuto alle persone affette da autismo?
La robotica offre la chance per trovare nuove soluzioni di trattamento precoce dell’autismo: i robot umanoidi possono essere utilizzati per stimolare l’imitazione, l’apprendimento, l’attenzione condivisa e la reciprocità sociale. Inoltre sono in grado di parlare, sentire e camminare. Sono previsti anche programmi per la formazione e l'apprendimento. I nostri robot sono prevedibili, quindi viene ridotta al minimo la possibilità che il bambino sia turbato da interazioni non previste. Inoltre il robot non giudica, dunque non può turbare l’utilizzatore con feedback negativi. Vorremmo che il robot venga utilizzato con un intervento intensivo nelle case e nelle strutture sanitarie, coinvolgendo così i genitori nel processo terapeutico. La tecnologia offre diverse possibilità: si può aggiustare il tipo di cura grazie all’analisi remota in tempo reale con il terapista online e stimolare l’interazione del paziente grazie alla curiosità e l’interesse per la tecnologia. Da diversi anni, in vari centri di ricerca nel mondo e dalle nostre prove pratiche, si è visto che il robot , come surrogato dell'essere umano, riesce ad elicitare emozioni istintive del bambino focalizzando la sua attenzione, e stimolandone l'interazione con risultati permanenti.
E’ possibile personalizzare i robot?
Tramite la nostra piattaforma "roboMate" è possibile personalizzare la terapia in funzione delle esigenze del bambino, ad esempio, se il paziente presenta difficoltà nel riconoscimento delle emozioni, si può impostare il robot in modo che esegua solo ed esclusivamente i behaviours studiati apposta per lo scopo.
Esistevano già robot impiegati per questo uso? Qual è la differenza con i vostri?
Negli Stati Uniti, a partire dal 1997, sono stati creati manichini robotici per la terapia dell'autismo. In Italia, presso L'Università di Pisa, è stato avviato un progetto relativo alla costruzione di un robot umanoide per il riconoscimento delle espressioni facciali. La nostra soluzione, basata su un robot umanoide e un tablet, si differenzia dalle altre perché offre uno strumento di diagnosi e terapia insieme. Il robot è in grado di interagire con i pazienti attraverso la voce, il tatto e la vista, inoltre è in grado di memorizzare i risultati e, successivamente, analizzare i dati della terapia. In più, a differenza delle altre piattaforme robot utilizzabili che sono in centri di ricerca, il nostro obiettivo è quello di portare la terapia a domicilio attraverso l'utilizzo di robot economici.
E' già in commercio?
I robot umanoidi, di vari produttori, sono già in commercio da diversi anni, ma il nostro obbiettivo è quello di utilizzarli per scopi sociali e sanitari attraverso la nostra piattaforma "roboMate", che sarà in commercio entro il primo trimestre del 2014. Per adesso infatti la stiamo testando presso un azienda sanitaria ed un centro di ricerca.
Che cosa ne pensano gli esperti e i genitori?
Esiste ormai da anni una diffusa letteratura in merito all'utilizzo della robotica, ad esempio nell'ambito della terapia dell'autismo, con ottimi risultati. I genitori sono entusiasti perché hanno potuto riscontrare notevoli differenze nei loro figli, infatti i test condotti sono stati effettuati con la loro presenza e quindi hanno potuto verificare le differenze rispetto ad una terapia senza l'ausilio del robot.
Hai trovato opportunità o difficoltà nell'avvio del progetto? Se sì quali?
La fase di avvio è critica: le difficoltà incontrate sono relative alle tipiche problematiche di tutte le startup, come le spese iniziali, le lungaggini burocratiche ed il modo in cui reperire fondi. Tuttavia abbiamo ottenuto un primo riconoscimento dall'acceleratore Working Capital Telecom di Catania che ci ha assegnato un grant di 25.000 euro. Inoltre altri investitori e fondazioni hanno manifestato il loro interesse nei nostro progetto. Per quanto riguarda il mercato abbiamo riscontrato un grandissimo interesse da parte degli addetti del settore e dei potenziali utilizzatori.
Che consiglio daresti a chi intende avviare un'impresa?
Grande determinazione, team building e sicuramente rivolgersi ai mercati esteri. Soprattutto occorre partire da una buona idea.
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